Capsule Collection e Limited Edition #lezione 5

L’espressione capsule collection è stato coniata negli anni ’70 dalla proprietaria della famosa boutique londinese “The Wardrobe”, la signora Susie Faux.
In origine, con questa dicitura si identificava una collezione composta da pochi articoli essenziali, che potevano facilmente venir combinati tra loro e utilizzati per più stagioni, giocando solo con l’aggiornamento realizzato con l’aggiunta di qualche accessorio.

Oggi, le capsule collection sono molto diffuse e rappresentano micro-collezioni che si realizzano seguendo alcune regole:

  • il seguito di un concetto coerente o di un tema dominante
  • una gamma colori ben definita
  • una forma “classica” che non decade rapidamente, ma al contrario permette interscambi e abbinamenti

Sempre più frequente le capsule collection si realizzano sotto la forma di collaborazioni tra marchi o tra marchi del lusso e catene di distribuzioni internazionali

Limited edition

Simile al concetto di capsule collection è quello di limited edition.

Tale strategia commerciale e di distribuzione definisce la presentazione in maniera differente, più selettiva ed esclusiva di una particolare variante di un solo articolo in un periodo limitato di tempo e solo in un difinito numero di esemplari realizzati. Si stabilisce, con una netta differenza nello stile o nel packaging, una versione, mai presentata al pubblico, che si distanzia dall’edizione standard dello stesso pubblico.

Il motivo più evidente per cui si utilizza questo genere di strategia è la volontà di contrastare l’invecchiamento di un brand, garantendo attenzione, attualità e sopravvivenza al medesimo, quando si sia già posizionato nella fase di maturità del suo ciclo di vita. Altre logiche che ispirano le edizioni limitate sono riconducibili al desiderio di:

  • partecipare alla costruzione dell’immagine del brand tramite un passa parola volto a incrementare la notorietà
  • creare un senso di fedeltà da parte del consumatore
  • definire la formula per un evento speciale
  • catalizzare l’attenzione su di un determinato prodotto in un particolare istante
  • realizzare test di mercato prima di procedere all’operazione di lancio effettivo

Esempi famosi di limited edition

Gli Oreo di Chiara Ferragni

Gucci e Adidas

Maybelline e Kiko

Estratto da “Brand Jamming” di Paolo Tucci e Stefano Sacchi
edito da Franco Angeli

 

Per migliorare l’esperienza e ottimizzare il nostro lavoro utilizziamo dei cookie di tracciamente.  Proseguendo confermi di accettare l’uso dei nostri cookie.